L’Italia, con migliaia di chilometri di coste, un gran numero di raffinerie e con ben 14 importanti porti petroliferi, è la nazione del Mediterraneo maggiormente esposta a pericolo marea nera. E’ quanto emerge dalla “Mappa del rischio derivante dal traffico e dalla movimentazione petrolifera in Italia”, dossier sul rischio marea nera stilato da Legambiente.
Il dossier, in realtà, altro non è che un lungo elenco di impianti di estrazione, raffinazione, stoccaggio e movimentazione di petrolio e prodotti petroliferi su e giù per le coste italiane. Regione per regione Legambiente analizza il rischio che corre il nostro paese in caso qualcosa vada storto.
Ma non solo, perché
in realtà di piccoli incidenti e di sversamenti illegali nei nostri mari ce ne sono ogni anno. Tra le varie regioni analizzate, due saltano all’occhio: Abruzzo e Sicilia.L’Abruzzo per il numero di notizie di reato per inquinamento marino, ben 68 nel biennio 2008-09 e per la produzione delle tre piattaforme off shore presenti nelle sue acque (245.478 tonnellate nel solo 2009). Quest’ultimo è il dato più alto d’Italia, seguito da quello siciliano pari a 172.061 tonnellate che, però, è decisamente ridotto a causa del lungo periodo di inattività della piattaforma Vega, recentemente tornata in funzione.
Sempre la Sicilia, invece, con il 40% del petrolio lavorato in Italia è ancora la regina della raffinazione costiera grazie ai poli petroliferi di Milazzo, Priolo-Melilli-Augusta e Gela. I controlli, nell’isola, sono parecchi con 1844 missioni di motovedette per pattugliamento antinquinamento, 1866 ispezioni sugli oli esausti e 598 missioni di vigilanza anti inquinamento.
Controlli eseguiti dalla Guardia Costiera che, però, nel 2008-09 hanno portato ad un numero di notizie di reato per inquinamento marino pari a zero…
Fonte:
http://www.ecoblog.it/post/11025/legambien...chio-marea-nera