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Meanwhile in Siria...

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do-you-frank
view post Posted on 2/6/2012, 08:03




Damasco, 1 giu. - La comunita' internazionale continua a insistere per una "soluzione politica" al conflitto in Siria, dove pero' anche oggi si e' continuato a morire per mano delle forze di sicurezza: almeno 39 i nuovi morti accertati in quello che e' stato il 64mo venerdi' di festa consecutivo, dall'inizio della rivolta nel marzo 2011, dedicato alle proteste, indetta dalle forze dell'opposizione dopo la tradizionale preghiera del venerdi'.
Frattanto la Russia, storica alleata del regime di Bashar al-Assad, e' sempre piu' nel mirino delle critiche per l'appoggio che continua ad assicurare a quest'ultimo.
Se e' vero infatti che, in occasione dell'odierna visita ufficiale a Berlino, il neo-presidente russo Vladimir Putin ha concordato con il cancelliere tedesco Angela Merkel sulla necessita' di una "soluzione politica" alla crisi siriana; e se lo stesso Putin, pur continuando a escludere qualsiasi ricorso alla forza che a suo dire "non porterebbe a nulla", ha tuttavia ammesso esplicitamente che il Paese mediorientale e' in "una situazione di grande pericolo" e rischia di sprofondare in una vera e propria "guerra civile": tuttavia il ministero degli Esteri di Mosca ha diffuso un comunicato nel quale in sostanza avalla le conclusioni dell'inchiesta ordinata dal regime sul massacro di venedi' scorso a Hulla, nella provincia centrale di Homs, costato almeno 108 morti tra i civili, compresi 49 bimbi.
Nella nota russa si sostiene infatti che l'eccidio non solo e' da imputarsi agli insorti, i quali avrebbero ordito una "azione ben pianificata" per vanificare tutti gli sforzi per risolvere il conflitto, ma e' stato altresi' il frutto degli aiuti prestati loro dall'estero. "La tragedia di Hula", si afferma nel documento, "ha dimostrato quale possa essere il risultato degli aiuti finanziari stranieri, delle forniture di contrabbando di armamenti moderni ai ribelli, del reclutamento di mercenari e dell'intrattenere rapporti con vari generi di estremisti". In termini del tutto simili ieri si era gia' espresso il regime.

Contro Mosca ha cosi' sparato l'ennesima bordata il segretario di Stato americano Hillary Rodham Clinton. "Sappiamo che, persino durante l'ultimo anno, c'e' stato un traffico molto consistente di armi provenienti dalla Russia per la Siria", ha denunciato Clinton nel corso di una conferenza stampa in Norvegia. "Riteniamo inoltre che le continue forniture di armi da parte russa abbiano rafforzato il regime di Assad. Da parte nostra", ha rincarato la dose, "ha suscitato gravi preoccupazioni il fatto che la Russia abbia continuato ad appoggiare tale traffico, a fronte degli sforzi della comunita' internazionale per imporre sanzioni al riguardo".
Dal canto suo il ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, ha caldeggiato un "rafforzamento ulteriore delle sanzioni mirate alla classe dirigente" siriana, prima iniziativa da intraprendere per "proseguire" a premere sulle autorita' di Damasco. In secondo luogo, ha osservato il titolare della Farnesina a margine della Conferenza sulla Somalia in corso a Istanbul, occorre "capire se conviene essere piu' precisi nel richiedere un intervento del Tribunale Penale Internazionale, che avrebbe un alto significato di pressione".

A Ginevra frattanto il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, riunito in sessione speciale, ha ordinato l'apertura di una "inchiesta indipendente" al fine di accertare le responsabilita' nella carneficina di Hula: la relativa mozione ha ottenuto il voto favorevole di 41 Stati membri su 47: Italia compresa, la cui rappresentante presso le organizzazioni internazionali con sede nella citta' elvetica, Laura Mirachian, ha avvertito che "l'impunita' non e' piu' tollerabile". In senso opposto si sono espresse soltanto la stessa Russia, la Cina e Cuba, che hanno definito "non equilibrato" il provvedimento; assenti le Filippine.

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